1° premio alla poesia Il cardellino
di Tiziana Monari
Vita: Tiziana Monari è una poetessa di Prato, che nel giro di 11 anni si è affermata con la pubblicazione di 12 libri di poesia, tutti vincitori di altrettanti primi premi. Inoltre ha ottenuto più di 400 riconoscimenti, con la pubblicazione di suoi testi in numerose antologie; l’ultimo libro di poesie, La sera di Macondo, è del 2016. Dice di sé: Ho seguito studi umanistici letterari, amo leggere, girare il mondo (ho visitato 72 paesi di tutti i continenti) e fare lunghe passeggiate nei boschi con il mio cane.
Riassunto: Durante una vacanza in Estonia sono capitata una sera in un piccolo paesino, dove non c’erano alberghi. Era molto tardi e avevo già percorso tanti chilometri nella giornata, perciò ho chiesto a una pattuglia della polizia se era possibile pernottare presso qualche abitazione. Mi hanno accompagnato in una casetta in mezzo ai campi dove la proprietaria, una vecchina dolcissima, affittava le camere. Entrando in questa abitazione mi è sembrato che il tempo si fosse fermato, c’erano attaccati alle pareti tutte le icone del comunismo, era tutto così povero, ma nello stesso tempo così dignitoso. Appena entrata nel letto umido in una stanza che profumava di legno e di lavanda, mi sono immaginata la vita di questa vecchietta. Ed è nata questa poesia… A mattina, quando sono andata a fare colazione il cardellino cantava sulla finestra.
Testo: Il cardellino
Ci sono scuri accostati ad ogni ora del giorno
nella casa di Olga
non canta più il cardellino
la storia si è portata via tutto
l’entusiasmo dei giorni lontani
la ricchezza, l’amore, i fiori di carta velina
il trench lungo e bianco, la sciarpa di seta
comprata a Parigi in un inverno lontano
ora ci sono barboni tra il sonno e la veglia davanti alla porta
la luce che cede alle ombre nelle stanze ormai vuote
sulle mele ammaccate, sui cereali scaldati
che sono quasi una cena.
Tutto è incuria nella casa di Olga
anche il vento che arruffa i ricordi
il profumo speziato del sandalo,
le lenzuola strappate, le calze bucate
il calendario con le foto di Lenin
resta solo una luce piovosa, il marciapiede bagnato
il desolato lamento dei clacson
una premura svagata e confusa
per Olga che legge l’ora nelle fasi lunari
sognando un giardino di ciliegi fioriti
un cardellino dall’ugola d’oro e Tolstoj da leggere ancora.
Di sera. Davanti ad una luce lontana.
Motivazione della premiazione: Con la poesia premiata la poetessa ci tratteggia abilmente l’atmosfera di una casa, quasi fosse un dipinto; con qualche oggetto qua e là che ricorda una giovinezza agiata, come il viaggio a Parigi e un presente più modesto, di carta velina. E’ una casa che mostra tutti i segni di una vita ormai stanca di porre rimedio al logoramento dei giorni; vi prevale un senso di rinuncia, che trova consolazione nei ricordi e nelle letture. Infatti, abilmente l’autrice introduce nella poesia le sue reminiscenze letterarie, come “Il giardino dei ciliegi” di Cecov, dedicato alla moglie Olga, anche nome della donna, e “Tolstoj da leggere ancora”, che ci fanno immaginare una donna caduta in povertà, ma colta, che ama leggere piuttosto che sfaccendare.
2° premio alla poesia Pinus Pinea
di Tiziana Colusso
Vita: Tiziana Colusso, di Cerveteri. Dopo la laurea in letteratura comparata si specializza all’université Paris-Sorbonne. Dal 2005 al 2011 è stata eletta nel Direttivo della Federazione delle Associazioni di autori dei paesi europei, con sede a Bruxelles. Ha fondato nel 2009 il web magazine FORMAFLUENS – International Literary Magazine (www.formafluens.net). Ha pubblicato narrativa, poesia, saggistica. Tra le ultime pubblicazioni: Torri D’avorio & Autori In Tour. Writers Houses e Residenze di Scrittura in Europa al tempo della sharing economy; La manutenzione della meraviglia. Diari e scritture di viaggio, 2013; Ecofrasie, audiolibro con CD allegato. Ha partecipato a numerosi Festival Letterari in Italia e all’estero. Insegna in un master all’Università ROMA3.
Riassunto: Spiega la poetessa che ha scelto il testo Pìnus Pìnea, “perché è una ricostruzione visionaria – anche se con elementi di realtà – della memoria di un’infanzia etrusca e di un futuro altrettanto visionario da baronessina rampante, non nel senso di rampantismo sociale, ma nel senso proprio arboreo e fiabesco del barone rampante di Italo Calvino”.
Testo: Pinus pìnea, o della patria pineale
Pinus pìnea di pinoli infantili infranti da serci Etruschi
e sparsi sui tufi della necropoli, tumuli-isolette
fecondati dal seme secolare in fioriture stratificate:
da allora persa a vagare fluida e fluente, pronta
al naufragio, fin quando nella foga dell’affogo
proprio un Pinus pìnea in sogno m’appare,
tronco coperto di scaglie e insetti, erto come un plastico
orografico, odoroso di resina, letale per le pigne in testa –
che per gli adulti hanno nomi aspri di psicofarmaci
ma nell’infanzia del mondo germinavano
in Terzo Occhio Pineale, dove Cartesio poneva
l’incontro fatale tra Res Cogitans e Res Extensa,
unica parte non bivalve del cervello – Graal pineale
scolpito sullo scettro di Osiris, sacro agli Etruschi, per me
oriente domestico di domeniche sotto i pini a spinolare.
Vorrei ora una capanna sui tuoi rami, Pinus pìnea,
come rampante baronessina salvata dalle maree, installata
nella piccola patria pineale, focolare di zero metri quadri.
Motivazione premiazione: Poesia colta, in terzine, con accenti lirici che subitamente ci trasportano nell’atmosfera magica della necropoli etrusca di Cerveteri, dove vengono rievocati abilmente attimi di vita vissuta con toni anche ironici. Nel sogno dell’età matura i ricordi dell’infanzia ispirano collegamenti con le teorie scientifiche, che pongono la ghiandola pineale, come la sede dell’anima e la fucina dei sogni.
3° premio alla poesia Dove finiscono i gesti
di Laura De Luca
Vita: Laura De Luca è radio-giornalista, autrice radiofonica, teatrale e disegnatrice di Roma. Autrice di saggi, romanzi, pièces teatrali e testi illustrati, ha anche prodotto spettacoli e opere discografiche. Dal 2009 sta recuperando lo storico format delle interviste impossibili: in radio, in teatro e in diversi progetti editoriali. Sono di imminente uscita il saggio La radio disegnata. Ipotesi per una filosofia dell’ascolto (Mimesis) e la silloge poetica L’armadio di una donna (L’Erudita).
Riassunto: Con la poesia Dove finiscono i gesti l’autrice mostra la sua inquietudine a causa dell’avanzata delle lntelligenze artificiali, che potrebbero compromettere la conservazione di quella parte peculiare di noi che sono i sentimenti, che si esprimono, appunto, anche con il gesto quotidiano di una carezza.
Testo: Dove finiscono i gesti
Dove finiscono i gesti?
Mettiamo che ci sia un pozzo,
una buca, un tiepido nascondiglio
o una tana, giù nell’inframondo,
oppure nell’ultracielo,
tra neutrini come coriandoli
briciole di terriccio
polvere di reperti al silicio,
dissepolte lacrime di radioattivi, decaduti dolori.
Quale si salverebbe dei mille gesti
sprecati degli uomini
nei secoli
di minuti e di secoli dispersi?
Quale rileveranno
le intelligenze artificiali
tanto da poterla replicare?
Una carezza, se mai potranno,
imbambolati, riconoscerla.
Motivazione della premiazione: Poesia molto originale per il tema futuribile, che disegna uno scenario inquietante di rottami di hardware, robot, computer e software: le nostre dissepolte lacrime / di radioattivi, decaduti dolori. La domanda che preoccupa l’autrice, espressa con versi concisi che coinvolgono il lettore sul futuro dei nostri sentimenti, è perciò legittima e condivisibile: <Queste intelligenze artificiali potranno mai riconoscere una carezza per poterla replicare?>