IMPRESSIONI DEI RELATORI

IL PREMIO LETTERARIO “DONNE TRA RICORDI E FUTURO” TORNA A CASA

di Luigi Saitta

giornalista RAI TG1     IMG_3964

Dopo una serie di peregrinazioni che lo hanno portato all’isola del Giglio, ad  Acquapendente, a Bolsena, il premio letterario “Donne tra ricordi e futuro” indetto dal comune di Pratovecchio Stia e dall’Associazione culturale “Scrivi la tua storia” ed affermatosi grazie all’entusiasmo ed alla professionalità del suo presidente Lorena Fiorini, è tornato a casa, nel Casentinese, nei luoghi dove è stato ideato ed è cresciuto dal punto di vista culturale.

La  premiazione della terza edizione ha avuto luogo, sabato 24 giugno,  in una cornice particolare, quella del monastero di Camaldoli, dove sono stati consegnati i premi per i romanzi finalisti,  mentre il giorno successivo, domenica 25 giugno,  nel monastero San  Giovanni Evangelista delle Monache Benedettine Camaldolesi, a Pratovecchio Stia,  si è avuta la consegna delle menzioni speciali alle opere degli scrittori e delle scrittrici che hanno partecipato al premio.

Un week end letterario che è valso a far conoscere l’alta valle dell’Arno, con le sue pievi, i suoi castelli, i suoi eremi, i suoi monasteri, luoghi di un fascino antico e presente.

Sono noti gli intenti di questo premio letterario, destinato  ad opere inedite in lingua italiana scritte da donne ( e da questa terza edizione anche da uomini ) che vogliono raccontare le passate esperienze sul filo  della memoria, dei ricordi,  evidenziando valori, tradizioni, emozioni particolari.

Quest’anno, per la narrativa ( ma sono state molte le sezioni del premio stesso ) il primo premio è stato assegnato dalla Giuria a Giorgio Ceccarelli per il libro “Quand’ero contadino”, un’opera ricca di personaggi, di sensazioni,  di memorie, che descrive  con garbo e con uno stile accattivante usi e costumi di un tempo, con grande attenzione ai protagonisti della sua storia. Il secondo premio è andato a Fabrizio Catalano, per il suo romanzo “Le viole dagli occhi chiusi”, mentre il terzo riconoscimento è stato assegnato  ad Antonella Giordano, per il romanzo “Bagliori tra le nuvole”

A fare gli onori di casa Nicolò Caleri,  sindaco di Pratovecchio Stia, unitamente ad una serie  di esponenti politici e culturali del Casentinese. La cerimonia della consegna dei premi letterari si è avvalsa della conduzione  di Marco Danè ed è stata arricchita dalla voce della cantante lirica Letizia De Luca.

Grande interesse e partecipazione  per le visite guidate al Monastero di Camaldoli   e all’Alambicco  dell’antica  farmacia del Monastero stesso, un reperto antico  di notevole valore storico e culturale.

Luigi Saitta

 

IMPRESSIONI

di Paola Soncini Panerai

Past Presidente della Fidapa BPW Italy Sezione Roma Campidoglio

Credo che la tradizione letteraria toscana, con le sue caratteristiche di sobrietà, proprietà di linguaggio, visione realistica,  serena accettazione  delle vicende   umane mai staccata da alte idealità, sia stata felicemente collocata nel paese di Pratovecchio, con  lo spettacolo della Valle Verde ricca di castelli,  pievi romaniche, borghi fortificati, antichi  monasteri e conventi,

Merito di Lorena Fiorini avere tenuto viva la tradizione del premio,  mirandolo alla valorizzazione dei talenti femminili, e riuscendo a creare un clima  di vera cordialità esente da quello scatenarsi di rivalità che a volte crea un ambiente.…non molto respirabile.

Complimenti a Lorena, al Comitato organizzatore, e grazie alla amiche della FIDAPA BPW Italy che hanno partecipato numerose ed entusiaste.

 

Paola Soncini Panerai

 

panoramica premio

 

Riflessioni ed emozioni dalla terza edizione del Premio letterario:  Donne tra ricordi e futuro

di Maria Grazia Bianco

Pratovecchio Stia – Camaldoli, 24-25 giugno 2017.    IMG_3953 maria grazia bianco

Tutti facilmente pensiamo di sapere che cosa sia e che cosa possa significare la celebrazione di un Premio letterario, talvolta può capitare che qualcosa faccia uscire dallo schema del ‘noto’. Questa volta  si sono messi insieme luoghi consacrati alla ricerca di solitudine e di comunione, foreste Casentinesi immerse nella pace del Parco Nazionale, architettura rinascimentale di monasteri camaldolesi, museo e scuola di lavorazione della lana, persone che hanno voluto esprimere il proprio mondo, ancora inedito: vita e storia, eventi pregevoli e cose quotidiane, parole scritte e forme di arte…. A muovere tutto, donne che hanno ‘scritto’ racconti, romanzi, poesie, favole, saggi in cui il quotidiano è ambiente favorevole e propizio per la vita, per la pace, per lasciare anche alla morte un colorito di amore sorridente.

Tutto questo, insieme.

E poi… il rapporto tra generazioni non solo intorno alla storia e alle storie, ma anche intorno alla ‘cucina’, le pietanze della vita e della tradizione. Il volumetto La scuola in cucina. Libro reconsato a quattro mani presenta un fascino particolare; suggerisco di penetrarlo attraverso alcune righe della introduzione: “con la vivace intelligenza infantile, sapientemente guidata dai loro insegnanti, e nutrita da un genuino candore e un sano entusiasmo, i ragazzi che hanno contribuito alla sua realizzazione hanno concorso alla produzione di un vero e proprio bene di interesse culturale, e ciò esclusivamente ricorrendo a strumenti di una semplicità francescana: gli antichi proverbi che segnavano il trascorrere dei mesi, le ricette della tradizione gastronomica locale, riferite sia ai genuini prodotti degli orti, dei campi, dei fiumi, dei laghi, sia alle cose e agli strumenti, rustici ma efficaci…..”.

L’impressione netta che mi ha lasciato la premiazione è quella di veder quasi riemergere un mondo che poteva sembrare sommerso e/o scomparso: cose grandi e cose piccine, di ieri e di domani, realtà tutte che sono la vita e fanno la vita… e le donne riescono a custodirle e passarle ad altri avendole racchiuse, con amore nonostante tutto, negli spazi ampi dei campi della memoria. Questo messaggio ho letto negli occhi di tante: donne anziane e donne giovani, di mezza età e adolescenti, semplici e colte, professioniste affermate e casalinghe, insomma donne di tutte le categorie e di tutti i tipi. Le incontravo per la prima volta eppure il rapporto si è fatto aperto e sereno, si comunicava qualcosa di profondo.

Emergeva il mondo che vogliamo costruire e che andiamo cercando, un mondo possibile per tutti e abitabile da tutti, senza pretese di assolutizzazione e senza volontà di esclusione per nessuno, o forse con la pretesa unica di riuscire a stringersi la mano tutti, guardandosi negli occhi senza nessuna punta di inimicizia foriera di guerra.

Maria Grazia Bianco