1° premio al racconto Plaza de Mayo
di Gerardo Giordanelli
Vita: Gerardo Giordanelli di Castiglione Cosentino, prima è stato insegnante di Filosofia, ora Dirigente in un primario gruppo pubblico. Da alcuni anni si occupa di narrativa, ha pubblicato romanzi e racconti su temi vari, vincendo alcuni premi letterari. Ha appena terminato la prima stesura del romanzo Apologia di Socrate, in cui immagina il filosofo greco alle prese con i problemi della contemporaneità.
Riassunto: Il racconto, Plaza De Mayo, narra la vicenda di una madre che attende la liberazione del figlio da parte delle autorità argentine e nell’attesa ripercorre episodi della loro vita.
Testo: Il suo rapporto con il figlio non sarebbe mai stato esclusivo, normale. Altre persone doveva ammettere al suo affetto e alle sue attenzioni e anche altri dovevano occupare la mente, il cuore e le azioni di Hectòr, soprattutto ora che stava per essere liberato e il suo impegno politico sarebbe ritornato totale. Lei e suo figlio erano destinati a vivere in mezzo agli altri e per gli altri.
Motivazione della pubblicazione: Il racconto risalta per la capacità descrittiva dell’autore della situazione storica dell’Argentina e di introspezione nell’animo della madre. Quello della madre è un ruolo, una missione, un destino, tutti ben disegnati. Mamma e amore sono davvero sinonimi e qui si capisce. L’autore ci presenta tutte le sfumature dei sentimenti di una donna, che scopre dentro di sé il futuro nella persona del figlio, che lotta per la libertà e lo abbraccia come suo; sono due storie private intrecciate alla storia nazionale.
2° premio al racconto Il trionfo dell’ipocrisia
di Lina Giuffrida
Vita: Lina Giuffrida, di Catania, è imprenditrice nell’azienda di famiglia. Gli impegni lavorativi e familiari non le impediscono però di coltivare numerosi hobby, fra i quali la scrittura. Appassionata di narrativa, nel 2008 pubblica il suo primo romanzo che le vale riconoscimenti e premi. Negli anni successivi pubblica un altro romanzo, numerosi racconti e partecipa a molti concorsi letterari classificandosi sempre fra i finalisti.
Riassunto: Il racconto Il trionfo dell’ipocrisia narra dei vani tentativi di una figlia, Adelia, di instaurare un rapporto con una madre ipocrita e anaffettiva che non l’ha mai amata. Solo dopo la morte della madre, che fino all’ultimo è rimasta imprigionata in una rete intessuta di delusioni, rabbia e rancore, una lettera ritrovata per caso, svelerà il mistero, e le domande di Adelia troveranno una risposta e tutto riacquisterà un senso.
Testo: Mia madre è una donna intransigente, fredda come un iceberg, non crede nell’amicizia o nell’amore, mantiene con tenacia un riserbo assoluto che sa di omertà. Non ha mai manifestato sentimenti, aspirazioni o nostalgie né avuto voglia di raccontarsi o tramandare ricordi. Sconosce l’istinto materno, forse non mi ha mai amata semmai appena tollerata, sono per lei un cumulo di difetti, una figlia di cui vergognarsi. Essere accettata per ciò che sono è il mio più grande desiderio.
Motivazione della premiazione: Il titolo è didascalico, ma forse un po’ ovvio: un bellissimo romanzo (ristretto) come questo merita una Recherche. Scritto molto bene, è scorrevole e avvincente al contempo. L’autrice ti porta nel proprio seno più nascosto e segreto, quasi contro la tua volontà. Chi legge si sente via via importuno e fuori posto. Il colpo di scena tuttavia arriva inatteso, pur essendo il tema una non-novità letteraria e abbondantemente saccheggiato nella cinematografia. Bene i tempi e i colori. Bella la fotografia finale che riporta il lettore in superficie a riprender fiato, dopo una profonda apnea.
3° Premio al racconto Il Buio
di Anna Cecioni
Vita: Anna Cecioni, di Firenze, dice di sé: “ho vissuto sempre scortata dal piacere sottile della scrittura: ritirarmi in un angolo a far vivere le storie che mi passavano per la mente è stata, è e sarà la cosa che mi soddisfa di più”. Le storie hanno già visto la luce in 4 libri.
Riassunto: Il racconto, ambientato in Toscana nell’agosto del ‘44 è ispirato a una storia vera; narra le disavventure di due coniugi, Annina e Nando: la morte di quest’ultimo trucidato dai nazisti, la disperata corsa della donna con il cadavere del marito su una carriola e la sua ribellione a quanto di profondamente ingiusto la guerra porta con sé.
Testo: Li hanno ammucchiati come conigli – pensò. Annina aveva raggiunto il cumulo dei cadaveri: Nando era rimasto sul fondo. Cominciò a spostarli, uno ad uno. Dove trovasse la forza di procedere, lei che era sempre stata una donna così debole, non avrebbe saputo dirlo. Il ragazzo tedesco si provò a respingerla, colpendola con il calcio dell’arma, ma Annina non interruppe il suo lavoro fino a quando non riuscì ad arrivare al marito. Lo afferrò con entrambe le braccia e tentò di farlo ricadere nella carriola. Il viso, le mani, le vesti erano colorati del sangue di lui.
Motivazione della premiazione: Con un linguaggio asciutto, sintetico ed efficace l’autrice esprime gli stati d’animo di un popolo sotto assedio, che vive come fosse nel buio, senza un barlume di luce e di speranza a rischiarare i giorni, mentre invece la natura, incurante delle tragedie umane, come sempre, risplende sotto il sole di agosto; poi lo sgomento di una moglie alla vista del corpo del marito sopra un mucchio di cadaveri e il suo coraggio nel recuperarlo per portarlo a casa.