MENZIONI SPECIALI ASSEGNATE
III EDIZIONE PREMIO LETTERARIO
DONNE TRA RICORDI E FUTURO 2016-2017
Nell’attribuzione delle menzioni speciali la giuria ha ritenuto opportuno presentarle nella successione delle sezioni del Premio, valutando specialmente il merito e l’aderenza al suo spirito. Infatti i temi del premio emergono dalle biografie di donne, che hanno saputo padroneggiare situazioni difficili, adeguandosi ai cambiamenti sociali attraverso lo studio, i viaggi, l’emigrazione, prendendo in mano il loro destino, finalmente da protagoniste, contribuendo così al miglioramento delle condizioni di vita familiari e sociali
Sezione Narrativa, Romanzo
Giacomo Canepa, per il romanzo Un uomo autentico
Vita dell’autore e riassunto del testo: Giacomo Canepa, architetto, emigrato in Perù dopo la seconda guerra mondiale, già presidente del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo (C.T.I.M), nell’opera Un uomo autentico racconta la storia della sua famiglia, che decide di lasciare l’amata Liguria per sopravvivere all’emarginazione post-bellica, nonostante nessuno si fosse macchiato di alcun crimine.
Testo: Al salire sulla nave, iniziò un percorso di scale, scalette, rampe, discese che incuriosiva: dove e come saremmo stati sistemati…? Essendo una nave da carico, finimmo nella stiva !!! (…) Comunque Agostino ci stette poco, dopo aver posato la sua valigia sotto il suo letto, salì in coperta recandosi a poppa, dove, pieno di tristezza e con gli occhi umidi vedeva “la Lanterna” perdersi nel buio; stette in quella posizione finché l’ultimo lumicino delle colline di Genova non si spense nella lontananza.
Motivazione: Il romanzo è come una saga familiare, che con un linguaggio accattivante racconta le vicissitudini di una famiglia dalla Liguria al Perù. L’autore mostra un grande attaccamento alle sue origini e un’ottima padronanza della lingua italiana.
Maria Teresa Vigiani per il romanzo: Al di là del bene e del male
Vita dell’autrice e riassunto dell’opera: Maria Teresa Vigiani, pedagogista e funzionaria USL di Bibbiena, con il romanzo Al di là del bene e del male traccia la biografia di una giovane donna casentinese, che lotta per far valere i suoi diritti ereditari, che il testamento del padre aveva sacrificato a tutto vantaggio dei figli maschi, allo scopo di mantenere un legame con i luoghi dell’infanzia, da cui si era solo fisicamente allontanata, per conquistare la sua indipendenza.
Testo: Maria Francesca si portava dentro un dolore immenso, un’angoscia confusa che cercava di tirar fuori. Era tormentata da sentimenti contrastanti nei confronti della sua famiglia di origine. La madre è la persona che più pervadeva i suoi pensieri. La ricordava sempre al lavoro, in casa e fuori, senza alcun tempo da dedicare a se stessa. ( …). Parlava dei suoi rapporti familiari, del legame con la madre, dei suoi stati emozionali, di sensazioni. (…). Le interessava particolarmente raccontare il perché di alcune scelte. Ma racconta anche della necessità di scegliere a un certo punto da che parte stare, cosa avrebbe voluto essere, quale faccia vedere al mattino.
Motivazione: Con un linguaggio appropriato al carattere introspettivo della ragazza, che denota le competenze di psicologa dell’autrice, il romanzo coinvolge il lettore nelle vicissitudini della protagonista.
Sezione Narrativa, Romanzo breve
Franca Boattini per il racconto Dedicato a te
Vita e riassunto: Franca Boattini, volontaria della Misericordia di Pratovecchio, nel racconto Dedicato a te ricorda la figura del fratello, un giovane militare che fa di tutto per poter volare; ma la sua carriera e la sua vita sono presto stroncate da un incidente di volo. Inoltre l’autrice traccia un breve ma significativo profilo della sua terra nel momento-chiave dell’inizio della seconda metà del Novecento. La guerra e la paura sono ormai alle spalle, vivi sono il sogno di una rinascita e la gioia nell’animo dei bambini e dei ragazzi di quel tempo, sempre i primi a cogliere i segni del cambiamento in arrivo.
Il testo: Mamma era letteralmente terrorizzata al pensiero che quel suo unico figlio maschio, adorato da tutte noi sorelle, potesse volare e rischiare così la sua giovane vita. Ma quando lei glielo faceva notare, lui la abbracciava forte e sorridendo le sussurrava: “Stai tranquilla mamma, non succederà; ma se dovesse succedere sappi che io sarò morto felice, perché quando sono lassù mi sento vicino a Dio (…)
… c’era da arrivare semplicemente da Pisa a Grosseto. Figurarsi se Alvaro diceva di no! Salì senza pensarci due volte su quel C119, l’aereo dalla caratteristica coda squadrata dedicato al trasporto, e soprannominato “Il vagone volante”. Da quel velivolo però, Alvaro non sarebbe più sceso.
Motivazione: Con un linguaggio scorrevole e ricco di sfumature psicologiche, il breve racconto tiene agganciato il lettore alla tragedia familiare.
Mario D’Errico, per il racconto: Prigioniero di guerra
Mario D’Errico, di Roma, Ufficiale della M inglesi. (… ) Ma la mamma? Mia madre, data la sua professione, aveva le mani bianche. Di consegarina in congedo, con Prigioniero di guerra, racconta le traversie della madre per portare la famiglia lontano dal teatro di guerra, mentre il padre affronta quelle successive al siluramento del sommergibile in cui era radiotelegrafista, poi durante la prigionia in Sud-Africa e infine il suo ritorno alla vera vita.Il testo: E invece, Comandante e Direttore di Macchina tennero consiglio e decisero di tentare ancora una mossa. E il sommergibile, lentamente ma con crescente rapidità smise di scendere e risalì in superficie. Quasi una resurrezione. ( …). Ma la vera protagonista della storia è la maestra elementare Fernanda Montermini in D’Errico. A ben vedere, infatti, il babbo è stato protagonista di una vicenda in parte scontata: sei marinaio; sei imbarcato su un sommergibile in guerra; il sommergibile viene affondato; salvi la pelle e ti trovi prigioniero degliuenza era stata classificata d’ufficio tra gli sfruttatori. Si salvò dalle rappresaglie perché nei momenti di relativa calma, aveva insegnato a leggere e scrivere ai figli dei contadini, impossibilitati a frequentare scuole normali; infatti, dopo la famigerata notte di Taranto, cercando protezione per i figli in un luogo apparentemente lontano dal fronte, si trova a dover affrontare rischi imprevedibili, fino al coinvolgimento nella lotta fratricida fascisti-antifascisti. A guerra finita, riporta tutta la famiglia sana e salva nella sede naturale di Taranto. Allora, la vera protagonista di questa storia è lei, la mamma.
Motivazione: Con un linguaggio familiare, senza eccessiva enfasi che il tema potrebbe suggerire, l’autore racconta una storia esemplare di una donna, sua madre, che diventa la vera protagonista della storia.
Luciana Esposito, per La storia di Rusella
Riassunto: Luciana Esposito, di Bellizzi (SA) con La storia di Rusella ci racconta un crimine, lo stupro, seguito all’uccisone della vittima e del marito, crimine mai abbastanza evidenziato fra quelli compiuti in tempo di guerra, perché a subirlo sono state le donne, tante donne, che spesso lo hanno taciuto, se non era manifesto da una gravidanza.
Il testo: Rusella non aveva urlato quando sua madre l’aveva spinta nella botola sotto il letto, un attimo prima che una spallata spalancasse la porta e cinque soldati algerini entrassero. A turno avevano bestialmente violentato la madre e picchiato il padre.
Una scarica di mitra le strappò un grido che si fermò nella gola, e ritornò come una lama infuocata nelle viscere; poi, i passi dei soldati, le loro voci che si allontanavano, infine il silenzio.
Motivazione: Un racconto breve, ma che dice tutto sulle atrocità della guerra, che stravolge e corrompe anche le anime più innocenti, espresso con un linguaggio conciso e carico di emozioni, appropriato alla circostanza.
Cinzia Scalise per il racconto breve L’anima di Villa Serena
Vita dell’autrice e riassunto dell’opera: Cinzia Scalise, scrittrice e avvocato internazionalista di Roma, con l’opera L’anima di Villa Serena tratteggia una storia di donne, ospiti in una casa di riposo, che appena raggiunta la loro emancipazione sociale e culturale si sono preoccupate di promuovere quella di altre persone.
Il testo: Il mio osservatorio è Villa Serena, una delle molteplici strutture per anziani (…)
Quello che mi raccontano sono frammentari episodi di una vita trascorsa per migliorarsi e per migliorare il mondo; io sono consapevole che sono i gesti quotidiani e il lavoro costante che portano all’evoluzione. della vita reale. (…). Di un’ospite so più che di altri; oggi è seduta, spesso da sola, con i suoi frammentari pensieri confusi, in un presente divenuto per lei difficile da afferrare (…) Nella fame della guerra non ha dimenticato che “non si vive di solo pane”, cercando di studiare a tutti i costi per elevarsi e vi è riuscita, laureandosi in Farmacia con un vestito nuovo e una mantella prestata.
Motivazione: Con partecipazione emotiva e con uno stile colloquiale l’autrice ci comunica i suoi sentimenti alla vista di un mondo un po’ ai margini e che dovremmo curare maggiormente in segno di gratitudine.
SEZIONE POESIA
Nando Maurelli, per la poesia L’attesa
Riassunto: Nando Maurelli, di Bolsena, ipovedente, con L’attesa compone una poesia che inneggia all’amore che salva dalle burrasche della vita.
Il testo: L’attesa
Mi aspettavi
perché il mare
ti faceva paura;
io sono venuto
perché il mare
faceva paura anche a me.
Adesso la tempesta
è il vento che spinge
schiuma e onde
in un gioco d’arabeschi.
Mi aspettavi
perché eri stanca di vivere;
io sono venuto
per salvarci insieme.
Adesso la vita
è un semplice
gioco d’attese…
e il pianto è tenero
come quello dei fiori
rugiadosi all’alba.
Motivazione: Con un linguaggio semplice, ma con metafore avvincenti il poeta esprime la sua speranza di salvezza nell’amore.
Silvia Negri per la poesia Anima, in memoria dell’autore Massimo Ferrucci
Riassunto: Silvia Negri, per la poesia Anima: Promoter Rai, di San Lorenzo in Campo (PU), ha partecipato al premio in memoria del compagno deceduto prematuramente, Massimo Ferrucci, manager in grandi aziende italiane nel settore tessile. Nella poesia inneggia al loro amore ritrovato.
Il testo: Anima
Se parlando a me stesso
ritrovassi il suono della mia voce
urlerei perché tu lo sentissi da lontano
se pensando alla mia vita
potessi trasmettere i pensieri
li indirizzerei a te
se nella solitudine
avessi la forza di proiettare la tua immagine
sempre non sarei mai solo
se venendo al mondo oggi dovessi cercare qualcuno
cercherei te
se dovessi scrivere a lettere cubitali un nome
scriverei il tuo
se dovessi pronunciare l’ultima parola
per poi non parlare più
sarebbe Silvia
se dovessi dimenticare ciò che ho visto
ricorderei solo il tuo viso
se dovessi vivere di nuovo
lo farei solo per te.
Motivazione: Con espressioni cariche di afflato lirico e di sentimenti, il poeta esprime i moti dell’animo al timore della perdita dell’amata.
Sezione Cucina in famiglia
Morena Cipriani e Marina Biagiotti, insegnanti delle classi: IV A e IV B Scuola primaria; I A Scuola secondaria di Poppi, con Alessandra Mucci, Preside Istituto Comprensivo di Poppi e Pratovecchio Stia, per il lavoro di gruppo Piatti tradizionali di Poppi.
Riassunto: sotto la guida delle insegnanti hanno collaborato tra loro, con la scuola e la famiglia per la trasmissione dei saperi e dei sapori, dalle vecchie alle giovani generazioni.
Testo: Ci siamo divertiti a fare le indagini e anche a lavorare in gruppo. La classificazione degli antipasti, primi, secondi e dolci ci è andata un po’ stretta, in quanto molti piatti sono unici e vengono preparati e mangiati come tali, anche adesso. È stato interessante frugare nella memoria del passato delle nostre nonne o addirittura bisnonne, sapere la storia delle ricette, conoscere che in tempi non tanto lontani da noi ci si accontentava di poco, infatti quello che contava, era condividere con gli altri ciò che si aveva, stare insieme serenamente e soprattutto non buttare via nulla!
Motivazione: La collezione di ricette del territorio è quanto di più stimolante possa unire un gruppo di alunni, che riescono a coinvolgere anche le famiglie, creando quella sinergia tra scuola e famiglia, tanto cara al premio. Onore e merito alle insegnanti Morena Cipriani e Marina Biagiotti, che hanno avuto la lungimiranza di applicarsi in questa piacevole impresa.
Anna Serriello, Presidente FIDAPA BPW Italy Sezione di Battipaglia con Maria Pia Cucino, member of international Art&Culture Standing committee per il testo La cucina è la più antica delle arti, perché Adamo nacque digiuno
Riassunto: Anna Serriello rappresenta la FIDAPA di Battipaglia per l’opera La cucina è la più antica delle arti, perché Adamo nacque digiuno.
Il lavoro è stato realizzato con la partecipazione delle socie della sezione, che assumerà le vesti di un libro. Il Premio ne curerà la realizzazione insieme alla sezione FIDAPA di Battipaglia e a settembre organizzerà un evento per presentarlo e avremo così l’occasione per incontrarci di nuovo.
Testo: Braciole nel passato di pomodoro. E’ una pietanza tipica della Campania che allieta da sempre le tavole domenicali e festive. Infatti, ricordo che agli inizi del dopoguerra, quando le case erano tutte a piani bassi e gli usci erano socchiusi l’odore delle braciole si spandeva per l’intero quartiere, quasi a dire: “E’ domenica, la famiglia è tutta riunita a tavola”
Motivazione: Il ricettario, ricco di appetitose e ben illustrate ricette del territorio campano, ha il merito di riscoprire, oltre alle ricette, anche usanze ormai scomparse, come quella di scambiarsi tra vicini il piatto cucinato, la cecciola, ad esempio, per allontanare le zanzare.
SEZIONE AMBIENTE
La giuria del Premio ha allargato il panorama dell’ambiente, inserendovi anche ambienti speciali, come quello del teatro, quello monastico e quello dei diversamente abili.
Suor Maria Alvina George per il racconto A che serve?
Vita dell’autrice: Suor Maria Alvina George, dedita alla vita eremitica nell’Eremo di Betania a Castel S. Niccolò (AR) con A che serve? ci fa entrare nell’ambiente monastico, che dà la risposta alla domanda: “A che serve la preghiera?” Preghiera è anche il lavoro nel monastero, con particolare attenzione alla conservazione dell’ambiente, se poniamo mente a quanto i monasteri e gli eremi abbiano contribuito, da San benedetto in poi, alla sua salvaguardia, sia sotto l’aspetto paesaggistico, che artistico.
Testo: L’eremo può considerarsi come un deserto. Oggi ci sono persone che cercano il deserto, la solitudine, per fuggire dal caos della città. Se il deserto non si sa affrontare bene, potrebbe diventare una prigione. La vita del deserto va preparata, affrontata, altrimenti diventa un fallimento. Con Gesù, la vita nel deserto può diventare un habitat di prova, di purificazione, di salvezza, perché il deserto può rifiorire, prendere vita, essere fecondo – “si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa” dice Isaia. Il deserto nella dimensione della fede cristiana è una via di salvezza.
Motivazione: Con l’afflato mistico e religioso proprio di una suora, che dal racconto sembra permeare tutta la sua vita, emerge una vita interiore ricca e aperta al mondo.
Stefania Leone, per il racconto breve Il giorno del Civetta
Vita dell’autrice e riassunto: Stefania Leone, vive a Roma, dove lavora come analista programmatore nel call-center Almaviva. Nel racconto Il giorno del Civetta è protagonista di un’impresa straordinaria: la sua scalata da non vedente. superata con l’aiuto degli altri sensi, resi aguzzi dalla deficienza di uno di loro.
Testo: Sono contenta di me e di questa esperienza con i miei amici. La difficoltà e la pendenza del sentiero mi arrivano dalle percezioni che ricevo dai piedi, dalla pelle del volto e delle mani che sentono l’aria, dalle orecchie che percepiscono i suoni del vuoto, del pieno, dei silenzi e dei rumori e tutto il mio corpo sente che siamo qui e provo dei brividi di piacere, fortissimi. (…) Penso ai grandi camminatori, agli scalatori, agli esploratori, che per primi hanno amato la montagna vivendola, non solo guardandola. Ecco, io la guardo con gli altri occhi che la natura mi ha dato, la pelle, l’olfatto, il tatto, il senso dell’equilibrio, la forza di volontà, la salute e infine la capacità di lavorare con l’immaginazione.
Motivazione: Con uno stile scorrevole e in maniera ferma, l’autrice riesce a comunicarci, attraverso la scrittura, le sue percezioni ed emozioni, affidandole agli altri sensi.
Lucia Modugno per il racconto Solare
La vita dell’autrice e riassunto: Lucia Modugno è un’attrice affermata di Roma, che ha recitato al fianco di attori importanti, quali Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Walter, Chiari, Raimondo Vianello, Totò e tanti altri. Con il racconto Solare, ambientato nella mondanità, lei riferisce incontri con personaggi frivoli e spesso interessati solo al tornaconto individuale.
Il testo: In crociera, l’anno scorso, nella “elegantissima” serata di presentazione al Comandante, una bella e ancor giovane signora, entrando in toilette, dove rivedevo i1 trucco, mi fa: “Ma che bel vestito… e quella rosa 1ì sul collo “lei è …lei è: solare ecco!” E mi chiede di seguirla perché vuole presentarmi il suo compagno e precisa, “non marito”, al quale continuava a ripetere “Pensa, la signora è un’attrice!” Convenevoli gentilissimi, promesse di appuntamenti a Roma, poi il giorno dopo ci si vede e ci si saluta appena.
Motivazione: Con uno stile garbato e leggero, scevro da giudizi moralistici, il racconto tratteggia l’ambiente mondano, spesso ipocrita, dello spettacolo.
Carla Tagliaferri, per il racconto Lettera al fiume Adige
Vita dell’autrice e riassunto: Carla Tagliaferri, architetto di Garda, Trento, nell’immaginaria lettera al fiume, racconta episodi di vita che l’hanno coinvolta attivamente, appena adolescente, nell’aiuto ai polesani durante l’esondazione del Po e poi come angelo del fango, durante l’alluvione di Firenze.
Testo: Ho ancora con me una sacca blu di cuoio, che tutta infangata mi viene donata da uno sconosciuto, in un negozio del Lungarno, a cui do una mano a recuperare la merce, delle borse, appunto. Quando la sera, con la schiena rotta, lascio la zona, questo signore dai capelli bianchi con le lacrime agli occhi, che ha perso una vita di lavoro, mi dà questo segno di riconoscenza e ricordo, l’unico oggetto che si trova fra le mani, utile in quel momento per riporre guanti sdruciti, sciarpe e quanto tengo con me, il ringraziamento reciproco è un abbraccio tra due persone sconosciute, ma che condividono un dolore ed una perdita che va oltre il tempo ed il sentimento.
Motivazione: Con partecipazione emotiva, espressa con un linguaggio lirico avvincente, l’autrice evidenzia la natura dei fiumi, specialmente il Po e l’Arno, come creatori, ma anche devastatori dei territori, senza una loro accorta regimentazione.
L’AUTRICE PIU’ GIOVANE E L’AUTRICE MENO GIOVANE
Claudia Barolo per la poesia La notte
Riassunto: Claudia Barolo, di Poppi, è l’autrice più giovane; con la poesia La notte tratteggia le emozioni che l’accompagnano al calare della sera.
Il testo: Oscura, silenziosa, ammaliante per molti.
La notte severa, che ti trasporta in un sonno profondo.
La notte egoista, che per non restare sola ti tiene sveglia per molto.
La notte pigrona, che preferisce dormire in un letto di nuvole
che accompagnarti in un sogno.
La notte burlona, che ride ad ogni tua smorfia.
La notte è un momento speciale,
è quando si chiudono gli occhi,
è quando restano aperti,
è quando si sogna la più variopinta realtà!
Motivazione: E’ sempre una gioia per una giuria incoraggiare i primi passi di una ragazzina nella poesia, che con il linguaggio tipico della sua età compone un’atmosfera ricca di suggestioni.
Anna Maria Artini, per il romanzo breve Una ragazza e basta
Vita dell’autrice e riassunto: ex aequo con Claudia Barolo, Anna Maria Artini di Roma, è la meno giovane dei concorrenti. Scrittrice, autrice Rai, con il racconto Una ragazza e basta esprime l’ingenua infatuazione di una ragazzina per il suo attore preferito.
Il testo: Recitavi e diventavi lo specchio riflesso delle emozioni del mondo e io sognavo, provavo le emozioni che mi stordivano. Erano sensazioni fortissime. Le persone cercano l’anima gemella… io l’ho trovata! Ma tu sei il fidanzato di tutte, sorridi a ogni donna e sei l’idolo di ogni ragazza. Sento le vibrazioni della tua anima che arrivano direttamente fino a me e mi spingono verso la spiritualità più elevata.
Motivazione: Ben riuscito il racconto e ammirevole la capacità dell’autrice di analizzare i sentimenti di una ragazzina e di raccontare le emozioni.
Fuori concorso
Viene presentata la poesia, Giannetta (alias Gemma), di Armando Bettozzi, di Roma, che è una storia di amicizie, iniziata con la condivisione della passione per la poesia che si intreccia tra Lorena Fiorini, Veniero Scarselli, poeta, Gemma Menigatti, sua moglie e Armando Bettozzi, poeta in romanesco, originario di Bettona, paese del perugino, pluripremiato, già funzionario della FAO. Gemma e Armando si sono ritrovati a una premiazione in Campidoglio, dove Gemma, bettonese anche lei, riceveva un premio alla memoria del marito.
“Giannetta”, bettonese
Mo’, Lorena co Giannetta / pòi ‘ncontràlle pe ogni via
de ‘n paesetto che fa: Stia, / llì pe Arezzo…’Na cosetta…
guasi gnènte…co Bettona / ch’è la mèjo che ce sia.
C’è più ggènte, pur si stia / spopolànnose…sta bbòna!
Pòi ‘ncontràlle, ortre che llì, / quarche vòrta ar Campidòjo,
pe impizzàsse assai de orgojo / co chi, llì, sta applaudì.
Stàmio llì, ‘r sette de aprile…/ Chè a chi è bravo – senza imbròjo –
dànno ‘na medaja e ‘n fòjo / pe ddì: “Ciai un certo stile…”…
Penza te…’Na bettonese! / Me la sò trovata accosto.
Quànno mai, l’avrei supposto?!…/ Tutt’er mônno, qui, è paese
Motivazione: Cosa c’entra qui una poesia in romanesco? Sì, perché celebra l’intreccio di amicizie, l’amore per i luoghi delle nostre radici e per la poesia, tutti temi cari a questo premio.
Vogliamo qui ricordare un poeta, Veniero Scarselli, fiorentino, da poco deceduto; abbandonò la ricerca scientifica per dedicarsi alla riflessione poetica e al lavoro agricolo tra i boschi di Pratovecchio. Nel panorama della poesia italiana è stato una voce nuova, infatti non ha praticato la poesia lirico-intimista con Sillogi di singole liriche, ancora in auge, ma ha esplorato le realtà esistenziali e metafisiche, rappresentandole in poemi narrativi monotematici, che riscoprono il poema epico. Le ultime opere si spingono a immaginare mondi paralleli sull’onda delle più avanzate teorie delle particelle della meccanica quantistica, come L’Universo parallelo degli Acquatici, dove lo guida Super-Gemma. Alla sua opera sono state dedicate diverse monografie critiche. Sulla sua produzione poetica hanno scritto, tra gli altri: Luigi Baldacci, Giorgio Bárberi Squarotti, Valerio Magrelli, Roberto Pazzi, Paolo Ruffilli, Mario Sansone, Vittorio Vettori, Andrea Zanzotto. Ha un sito WEB: venieroscarselli.it, dove si possono leggere e scaricare tutte le sue opere.
Da Ascesa all’ombelico di Dio
di Veniero Scarselli
Nel mezzo del cammin di nostra vita
un giorno suppergiù verso il tramonto
m’addentravo in un boschetto ombroso
senza tema di lonze o di lupe
o di altri temibili fantasmi;
i colori s’eran già velati
per il dolce imbrunire incombente,
ma sprazzi dell’ultimo sole
lasciavano ancora intravedere
delle fronde qua e là verdeggiare
e grappoli di bacche rosseggianti
pendere lungo il sentiero;
il mio piede leggero sfiorava
il tappeto di erba e di humus
per non recare troppo disturbo
a fiori e insetti, che invero s’apprestavano
a chiudere contenti della vita
la pur lunga giornata di lavoro;
anche brave pecorine non lontano
scuotevano i loro campanelli
tornando a casa ilari e satolle
con le belle poppe rigonfie
salutate dai cori argentini
degli agnelli affamati che sporgevano
i teneri musini di latte
dall’impaziente esilio dell’ovile.
Da L’Universo parallelo degli Acquatici, poemetto
di Veniero Scarselli
Mi destò dal nostalgico dormiveglia
una strana Presenza Femminile
che mi parve al primo acchito extraterrestre
poiché nel mondo non l’avevo mai vista;
ella infatti si disse appartenente
al Regno Acquatico d’un altro universo,
e mi spiegò gentilmente trattarsi
d’uno dei tanti universi paralleli
che possono capricciosamente
saltar fuori dal Buco metafisico
della burlona Meccanica Quantistica
a dispetto del rigido determinismo
del newtoniano universo; tuttavia
possono essere vissuti anche da noi,
ignari individui appartenenti
alla semplice specie terrestre,
come mondi veri e reali
soltanto se accade l’evento
straordinario di una consonanza
col nostro stato attuale di coscienza.